venerdì 4 marzo 2011

Tra i borghi di Pedavena ancora 17 argonordicanti.


Tra i borghi di Pedavena ancora 17 argonordicanti.

Ore nove. Piazzale della birreria di Pedavena, gli ultimi ad arrivare siamo sempre io e Moira, laggiu', ad un lato del parcheggio, il solitario Lucio, neo istruttore del team, sta appoggiato alla sua utilitaria bianca. forse attndendo l'attimo migliore per presentarsi al gruppo. ecco, ora e' il momento. sara' un caso ma e' la seconda volta consecutiva che ci ritroviamo in 17. Chi ha la superstizione in corpo puo' toccarsi tranquillamente gli zebedei, qualora ne sia provvisto.
Doriana e Marco sono tornati ancora ed e' buon segno, poiche' l'artigiano trevigiano del legno e' cosi' la prova che questa disciplina attira anche chi pare scettico inizialmente. Antonella e' senza bastoni, ma e' un dettaglio, poiche' noi ne abbiamo sempre uina sacca d'emergenza. E' lei che si danna l'anima a raccogliere adesioni e fogli per "il cammino verso le Dlomiti", di domenica prossima. E' davvero un ottimo acquisto in un gruppo dai confini sempre piu' espansi.
Ma guarda un po', c'e' anche la Spada...Angela e' in ottima forma e si vede che aveva voglia di tornare a camminare, con quelle belle guance rosse e il sorriso stampato in viso. Brava donna. Con lei le mitiche...Stefania e Paola all'assalto dei borghi feltrini, cariche della consueta grinta...Donne in quarta...
La partenza e' forse troppo spedita, un poco rock...Dopo cento metri, attraversando il ponticello in legno sul Colmeda, la truppa rallenta...Prodeguiremo a ranghi compatti sino alla fine e per di piu' quasi mai guardando a terra. Accidenti che allievi.
Avanziamo, Travagola e i murales che abbelliscono anche palazzoni altrimenti muti in un contesto gia' tanto silenzioso.
Qualcuno si chiede il perche' procediamo in parallela...L'irta via per Sant'Osvaldo gli risponde...Qualcuno arranca ma il gruppo sostiene il passo comune.
Le campagne e le colline di Teven ci accompagniano verso Facen...Incrociamo un podista solitario, che perplesso ci guarda, accelera il passo eppure non riesce a fuggire al nosdtro cono visivo, per chilometri. Ha ha ha...Non e' una risata beffarda ma un compiacimento corale per la sensazione di andar piano ed una realta' invece diversa che da' una soddisfazione retroattiva. A Facen , sulla porta di un bar una brunetta mi sorride, sto sistemandoi "pod" di Nicki e Roberta, i nostri argobritannici...Non nascondo che quel sorriso mi compiace, ma e' probabilmente la pia illusione d'un ultratrentenne illuso d'essere piacente anche alle giovani ventenni...Torno alla realta'.
Davanti alla gradinata della chiesa, la foto interrompe il "comaro' " dell tre donne in quarta...Angela( che in serata mi lascera' in eredita' quell'esilerante "ridi mona..."), Paola e Stefania sono interpreti straordinarie della "Speak Walking Idea"...
Risaliamo la strada verso Palazzina, quattro case coloniche, un paio di masi, un fienile ed un abitazione murata a sassi ed adornata di fiocchi rosa che annunciano nuovia rrivi ad integrare un nucleo paesano credo davvero limitatissimo...
Dopo la breve discesa uno scorcio veramente intenso, immerso in una tranquilla conca, il borgo di Festisei e' preceduto da una distesa prativa interrotta e divisa solo dalla stradina stretta che percorriamo...Sotto di essa, una distesa di felce rinsecchita protegge la riva inclinata ... Un ambiente che ti getta addosso la tranquillita', mentre respiri un'aria cosi' pura che anche il piu' lieve aroma, di legno arso , fuoruscito dai camini ingrigiti del borgo vecchio, pare cosi' saporito all'olfatto da farsi gustare sino all'ultima particella molecolare.
Dietro la curva lo sguardo punta Norcen sullo sfondo. Osservo il passo perfetto di Francesca ed Adriano, sempre piu' stilisticamente eleganti, lei, la minuta giovane bruna di origini sarde, in maniera particolare. Tra le righe sottolineiamo l'importanza del tenere lo sguardo sempre alto e l'apertura della mano. Federica e Giannantonio si sorridono...alzano bene la testa e aprono le mani.
La sosta "cioccolando e ciacolando" la facciamo in un luogo che pare uscire da un dipinto, o forse da un luogo lontano...Mi sembra di rivivere la scena di qualche film western ambientato nel Nuovo Messico...Ci troviamo in un angolo particolare di mondo, che se non vedi non puoi capire quanto particolarmente bello sia. Un abbeveratoio lungo, in disuso e quindi riempito di terriccio, una chiesetta piccola piccola ed un cortile anticipato da un arco in pietra, dal quale uscira' un piccolo cane, al quale la malasorte mettera' di fronte me, pronto ad alzargli la glicemia con dell'ottima cioccolata...
Si riparte ed io , scendendo la provinciale che sale a Croce d'Aune osservo i modi gentili e la serenita' odierna della mia bella Moira, che accompagna gli allievi e amici di camminate passate, presenti e future, con un modo di porsi che le invidio. Lucio prende alcune iniziative da neo tecnico dello staff , ed e' importante vederlo all'opera, servira' per conoscerci ancora meglio.
Mi accodo e sino all'arrivo staro' con Angela, Mirta e Nevio...Mi e' facile intuire una certa simbiosi con questi ultimi due amici citati, proprio brava gente...come tutti del resto.
Attraversiamo di nuovo il Colmeda insserendoci in strette viuzze che Moira conosce...
Tutto poi avviene in fretta ed in men che non si dica siamo di nuovo al piazzale, precisi come gli svizzeri. Due ore e mezza si era detto e tali sono state...
Nell'aria il diciottesimo...Venanzio era con noi...in serata ne avremmo avuto prova.

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